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al testo di Mariolina La Monica
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Tramontana
Guardo. E abbraccio i sussurri le sillabe scordate e infrango cattedrali.. .. e temo di distruggere l’obelisco dei sogni.
Ma strillano sempre strillano i cuori in amore. Strillano e battono ai portoni picchiano alle campane scrostano vecchie vernici squarciano il gelo assorto della fine.
Ora il frastuono della strada sveglia ombre lunghe mentre i vessilli ai venti degli imperi restano le armi maestre: leitmotiv esatto per un mondo assurdo diviso in sezioni reso inerte dalla voglia di possesso malato di energia inaridito dalla fretta corrotto dal camaleontismo di comodo.
Raduno cesti di rose e biancospini e primule e frascume prima che si perdano in necessità tecnologiche che ne falcino la presenza e mi affaccio al davanzale del cosmo sperando che nelle sale dei bottoni esista un uomo che medita (uno soltanto basta che non affondi nelle battute dei potenti aspettando il via).
Guardo. Sento un pianto che vortica tra le marionette riposte tra i radi virgulti e s’attorciglia sbrindellato alla guazza per il riso disperso di quando in essa vi sostava il richiamo dei mattini per il verso d’amore sempre più in stallo che non giunge.
Converge alla mia casa di cicala il vento del nord come una vela alzata sulle parole sprecate a grano a grano il tempo perso.
Guardo! |
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